Quando si hanno a cuore i ragazzi, intesi nella loro complessità e bellezza esistenziale e non solo da un punto di vista apprenditivo, si finisce sempre con lo scoprire qualcosa di cui prima non si era a conoscenza.
E ogni volta per me, quando le istituzioni scolastiche mi invitato a dialogare con loro, accade di stupirmi e, magari, di apprendere proprio da loro, dalle loro esperienze di fronteggiamento dell’emergenza insieme educativa e sanitaria, notizie e prospettive sul Mondo inedite e incoraggianti anche per chi di mestiere si occupa di processi educativi, formativi e di cura.
Non scordiamoci mai, mi riferisco a noi adulti che leggiamo e insegniamo in una scuola, che oltre alla Pandemia, l’Occidente è ormai da molti decenni alle prese con un virus ancora più pericoloso del Covid-19: la nostra in-capacità educativa nei confronti dei bambini, dei preadolescenti e degli adolescenti.
Quindi è stato ancora più importante per me, in un tempo così incerto in cui ognuno di noi necessiterebbe di una “bussola” per scrutare il domani, di una “mappa” per incamminarsi nel futuro, partecipare all’incontro di orientamento allo studio, ma non solo, dal titolo Sostenere una scelta; incontro reso emozionante grazie al dialogo “tessuto” insieme agli studenti del Liceo Archita e agli studenti delle scuole secondarie di primo grado della provincia di Taranto che tra pochi mesi si appresteranno a frequentarlo.
Teniamo infatti sempre a mente che la parola ‘testo’ deriva dal latino texere, cioè tessere, e più precisamente dalla forma textu(m), ovvero ciò che è tessuto insieme.
Gli studenti del Liceo Archita, che parteciperanno con me anche all’imminente percorso Curvatura Bio-socio-psicologia, rientrante nell’innovativa didattica dei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento tesi a conoscere le attitudini degli studenti rispetto alla scelta del percorso accademico o professionale, hanno saputo spiegare i differenti indirizzi di studio del Liceo, la sua offerta formativa complessiva, le didattiche inclusive impiegate dai docenti, le modalità migliori per approcciarsi allo studio una volta lasciati i banchi delle scuole superiori di primo grado.
Insomma sono stati loro, come è giusto che sia, i protagonisti di questo incontro, che secondo chi scrive va ben oltre l’idea certa, certissima vorrebbero gli adulti performativi di oggi e quindi contro la didattica dell’ostacolo che invece predico nelle comunità e nelle altre agenzie educanti, del progetto di vita di questi preadolescenti e adolescenti.
Alla fine, al di là del ricco repertorio di indirizzi che il Liceo Archita può vantare, vecchi e nuovi studenti si sono trovati d’accordo sull’importanza di coltivare e far crescere fra i banchi di scuola comunità di pratiche e di apprendimento affettivamente dense, certi che il futuro della nostra narcisistica società passa dall’ascolto dell’Altro, dal saper sapientemente essergli al fianco quando in
difficoltà o in situazione di svantaggio e dalle loro competenze emotive e relazionali piuttosto che tout court dai saperi.
Per noi, concludendo, gli studenti sono davvero sapienti quando si occupano e pre-occupano dei propri compagni di viaggio, soprattutto fra i banchi di scuola.
Dott. Francesco Paolo Romeo