Sarà Pino Roveredo con il suo ultimo romanzo “Ci vorrebbe un sassofono” ad aprire gli incontri con l’autore del “Taranto legge“, rassegna che nel 2020 giunge alla V edizione, con lui dialogherà la professoressa Vittoria Bosco nella sala convegni del Padiglione S.S. Crocifisso alle ore 17:00.
L’incontro rientra nel calendario di appuntamenti organizzati da “Taranto Legge”, comunità di lettori che vede insieme sei scuole superiori tarantine: Archita, Aristosseno, Calò, Ferraris, Principessa Maria Pia e Pitagora. La rete è sostenuta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Taranto e da numerose realtà culturali, prime fra tutte le Librerie Mondadori e Dickens, i Presidi del Libro di Taranto e Leporano.
Il tema di questa edizione “Oltre la frontiera’” è inteso come superamento dei confini fisici e non, come un salto, una proiezione di sé verso l’oltre che ci costituisce, e sarà sotteso alle riflessioni che si faranno ripercorrendo scritture, musiche, esperienze, proposte degli ospiti della rassegna attraverso la curiosità di giovani lettori per i quali la lettura, appunto, diventerà stupita occasione di conoscenza di sè e dell’altro.
Nell’ultimo lavoro P. Roveredo fa propria la voce di Claudia, la protagonista, che ha vissuto la sua relazione con il marito come una “CARCERAZIONE” senza “una minima pietà”, senza una scommessa di felicità nel cuore, senza la possibilità di intravedere uno spiraglio di luce, ma … l’insopprimibile bisogno di un OLTRE sarà in grado di regalarle “il miracolo meraviglioso di una melodia, melodia che ti circonda, ti entra nelle vene, s’infila dentro il corpo, regalandoti il movimento felice di una resurrezione”.
Partecipano al dibattito con l’autore le associazioni “Noi e voi. Volontariato penitenziario” e “Centro Donna”, molto vicini ai temi trattati nel romanzo ed alle sensibilità di Pino Roveredo.
L’autore nella giornata del 17, poi, sarà ospite della Casa di Accoglienza “Madre Teresa” a Paolo VI nelle adiacenze del Seminario arcivescovile, dove incontrerà don Francesco Mitidieri, gli operatori di “Noi e voi” e Detenuti in regime di “Articolo 21” nell’ambito del progetto di reinserimento sociale ”Fieri potest”.
La parola a chi ha partecipato…
Giovedì 16 gennaio un nuovo evento culturale del progetto “Taranto Legge” ha riunito, dalle ore 17.00, presso la sala convegni della chiesa S.S. Crocifisso a Taranto, gli alunni della Rete delle Scuole (Liceo Archita, Liceo Aristosseno, Liceo Ferraris-Quinto Ennio, I.I.S.S. Mariapia, I.I.S.S. Pitagora, I.C. Calò), che hanno dato vita, incontrando l’autore Pino Roveredo, ad un importante confronto culturale, sostenuto sia dall’Amministrazione Comunale sia da alcune realtà culturali presenti sul territorio Jonico, quali le librerie Mondadori e Dickens ed i Presìdi del Libro di Taranto e Leporano. Noi studenti del Liceo “Archita” siamo stati coinvolti dalle docenti Prof.sse Vittoria Bosco e Maria Pia Dell’Aglio, che curano per la nostra scuola il progetto succitato.
Poiché il tema che sarà alla base degli incontri del 2020 è “Oltre la Frontiera” ovvero valutare, ripercorrendo romanzi ed esperienze, la possibilità per ciascuno di noi di superare i limiti che la società ci impone, discutere dell’ultimo romanzo di Pino Rovereto “Ci vorrebbe un sassofono” ha aperto gli orizzonti di noi adolescenti, intervenuti all’incontro, verso nuove prospettive.
Pino Roveredo, presentato dalla Prof.ssa Bosco, ha introdotto il suo romanzo parlando della protagonista Claudia, che ha poco più di quarant’anni ma se ne sente molti di più, a causa di una vita di sofferenze, fisiche e psicologiche.
Spinta sia dalla figlia Giada che dal senso del dovere, si occupa del marito Enrico, che vive ormai attaccato ad una macchina. Lei, che chiedeva alla vita solo un po’ di felicità, che era desiderosa solo di un abbraccio caloroso, non ha ricevuto molto amore dal marito, da cui è stata profondamente delusa e per questo, ormai da tempo, ha intrapreso la via del “distacco”. Purtroppo, per Claudia guardare “oltre la frontiera” non è possibile, perché la colonna sonora dei suoi giorni è il rumore dei macchinari a cui è attaccato colui che avrebbe dovuto amarla e onorarla e che invece non si è occupato di lei.
Eppure, improvvisamente, il sogno apre la porta al bisogno di guardare “oltre” e Claudia sogna la melodia di un sassofono che trasformi la stanza dell’ospedale in un prato fiorito; sogna, per un momento, una fuga, un momento di serenità. Che sia arrivato il momento del riscatto? Lei vuole sentirsi di nuovo piacente e fa di tutto per mostrarsi tale a tutti quelli che ora incontra, compreso il medico che cura Enrico; cerca addirittura un confronto con l’amante di suo marito, per capire cosa lui avesse trovato in lei….
L’incontro non poteva che essere allietato proprio dalla musica di un sassofono, quello del Prof. Domenico Di Fonzo e di un suo allievo, che hanno accompagnato la lettura di alcuni brani del romanzo dell’ Autore.
Il romanzo di Roveredo è oltremodo coinvolgente in quanto costringe il lettore a guardarsi dentro ed a paragonarsi a Claudia, domandandosi che cosa avrebbe fatto al posto di Claudia: avrebbe assistito il marito malato, che non merita alcuna considerazione in ossequio al senso di dovere o avrebbe voltato pagina guardando “oltre”?
La risposta non è facile, in quanto la scelta è sicuramente frutto di un percorso introspettivo, che deve tenere conto di tanti parametri personali e sociali.
Comunque, guardare “oltre” apre sempre nuove prospettive e migliora gli orizzonti, ritengo che renda la nostra vita migliore. La vita deve essere intesa come rinnovamento, la sua essenza è dinamica; non bisogna mai pensare di aver raggiunto il traguardo, perché dopo ci sarà un altro obiettivo ed un altro traguardo.
Alla luce di questa considerazione e del messaggio dell’autore, che ha raccontato anche episodi accaduti durante la sua esperienza come garante nelle carceri, maschili e femminili, che hanno coinvolto persone “rinchiuse psicologicamente, oltre che fisicamente, penso che noi adolescenti, uomini in fieri, dobbiamo imparare a guardare sempre avanti, senza rinunciare per forza al presente, ma cercando di migliorarlo, perché la vita riserva sempre sorprese positive a chi sa guardare “Oltre la Frontiera.”
Fausto Lattanzi- cl. III ASP