Il 20 Gennaio 2020, alle ore 16:00, presso l’aula magna dell’ I.I.S.S. Pacinotti di Taranto, gli alunni della “Rete di Scuole”(Liceo Archita, Liceo Aristosseno, Liceo Ferraris-Quinto Ennio, I.I.S.S. Mariapia ,I.C. Calò, I.I.S.S.Pitagora ) si sono ritrovati per partecipare al nuovo incontro del progetto “Taranto Legge”, iniziativa della nostra scuola e di tutta la Rete delle Scuole, finalizzato a diffondere la cultura della lettura, soprattutto tra noi giovani, attraverso le opere degli autori contemporanei sia locali che nazionali. La Rete è sostenuta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Taranto e da numerose realtà culturali, prime fra tutte le Librerie Mondadori e Dickens, i Presìdi del Libro di Taranto e Leporano.
Il tema di questa serata è “La poesia nel ghetto di Varsavia”, curato dalla Docente Filomena Montella, dell’I.T.E.T. “Antonio De Viti De Marco” di Triggiano (BA), formatasi sull’argomento allo Yad Vashem, come inviata del MIUR, che ci presenta la Shoah sotto un’altra luce: non solo come uno sterminio totale dell’ essere umano e della sua identità, non come una storia impregnata di disperazione e sofferenza, ma come una storia di eroismo, di speranza, di lotta da parte dei sottomessi tramite un potente mezzo di espressione: “la poesia che ci salva la vita”. Essa è una forma di espressione dell’ individuo, che pone in primo piano l’identità dell’essere umano, celebrandone la forza del pensiero autonomo generato della sapienza allo stato puro, che rende l’ uomo una divinità; essa è generata dalla voglia di vivere e dalla presenza apocalittica delle emozioni e dei pensieri profondi e senza limiti, dandoci i mezzi per combatte lo scorrere inesorabile del tempo. Le emozioni descritte nelle poesie sono la distruttiva espressione del concetto di esistere; per la maggior parte degli esseri umani “esistere “significa per un breve lasso di tempo relazionarsi con la realtà, subire essa ci permette di provare emozioni, di vivere e di conseguenza di creare arte nel suo senso più ampio. Durante l’incontro vengono analizzate e lette le poesie di Wladyslw Szlengel di Yitzhak Katezenelson (anche Le stelle nere di Primo Levi), poeti del ghetto di Varsavia, ricordando che la poesia contribuiva a creare nella comunità devastata momenti, sia pur fuggevoli, di condivisione. Più che mai di fronte all’incredibile e inaccettabile avvenuto davvero, nella storia, ad Auschwitz, vale la splendida formula di Italo Calvino: “La letteratura come funzione essenziale , la ricerca della leggerezza come reazione al peso di vivere”. La docente Montella ripercorre parte della storia dello sterminio ebraico e sottolinea l’importanza dell’informazione e dello studio per poter ricordare ciò non deve più accadere e per poter comprendere in maniera profonda e non superficiale la Shoah. La poesia e i libri insegnano che gli individui possono morire, ma i loro pensieri saranno immortali e continueranno a condurre l’essere umano verso la luce, verso la verità, come un faro nella notte che guida le temerarie e avventurose navi verso il porto sicuro.
Il pubblico variegato ha partecipato alla presentazione della Montella in maniera sentita, ancor più quando tutti hanno recitato a voce alta i versi di “Se questo è un uomo”, di Primo Levi.
Maria Lucia De Palma cl. II AS