“Parole a scuola Young!”: “Virtuale è reale” – 31 maggio 2019

Venerdì 31 maggio 2019, anche il Liceo “Archita” ha partecipato all’iniziativa “Parole a scuola Young!”, promossa dall’Associazione Parole O_stili, con la partnership del MIUR, un evento dedicato al mondo della scuola di ogni ordine e grado, nato con l’obiettivo di promuovere una mattinata di attività didattiche speciale volta a favorire buone pratiche di comunicazione non ostile, una maggiore consapevolezza dell’utilizzo degli strumenti del web e contribuire all’elaborazione del diritto alla cittadinanza digitale, allo scopo di sensibilizzare i giovani contro la violenza delle parole e di innescare negli studenti un processo di cambiamento per una cultura della comunicazione positiva. Le classi coinvolte dalla prof.ssa Pieranna Terzi sono state la 1B, la 2A e la 5A Classico, che hanno lavorato in aula utilizzando le schede didattiche preparate ad hoc per questa speciale giornata di apprendimento e ispirate al primo principio del Manifesto della comunicazione non ostile, “Virtuale è reale”. Il Manifesto della comunicazione non ostile è una carta che elenca dieci principi di stile utili a migliorare lo stile e il comportamento di chi sta in Rete, che si pone l’obiettivo di diffondere le pratiche virtuose della comunicazione in Rete e di promuovere una consapevolezza diffusa delle responsabilità individuali.

Prendere parte a quest’evento ha contribuito a gettare un piccolo seme di conoscenza, che un giorno permetterà di rendere migliori il web e le relazioni digitali delle donne e degli uomini del futuro. Come testimoniano e fanno ben sperare gli elaborati che gli studenti hanno prodotto a conclusione dell’evento.

 

 

“Virtuale è Reale”

Stamane, la nostra classe 1 BC, coordinata dalla professoressa Pieranna Terzi, ha accolto i punti formativi di confronto proposti dal concorso indetto da “Parole Ostili”, il quale è diventato ormai un vero e proprio incontro annuale durante il quale anche i docenti di scuola secondaria di 2° grado, gli studenti e i relatori si incontrano per discutere sui linguaggi ostili online e sulle azione che la collettività può compiere per aiutare lo sviluppo delle coscienze digitali dei singoli.

Il titolo dell’incontro di quest’anno è “Virtuale è Reale”, per il quale un entourage di 1500 professori, 500 alunni e 80 relatori ha scritto le 10 norme di comportamento ideale associate alla figura di un adolescente, che troppo spesso non riflette e non apre la propria mente “tecnologica” al dialogo (anche online).

Le seguenti norme sono state raccolte nel “Manifesto della comunicazione non ostile”:

1- “Virtuale è Reale”

2- “Le parole danno forma al pensiero”

3- “Le parole sono un ponte”

4- “Condividere è una responsabilità”

5- “Gli insulti non sono argomenti”

6- “Si è ciò che si comunica”

7- “Prima di parlare bisogna ascoltare”

8- “Le parole hanno conseguenze”

9- “Le idee si possono discutere”

10- “Anche il silenzio comunica”

Tramite questi punti abbiamo intrapreso facilmente una discussione e in particolare è emerso il fatto che l’atteggiamento di una persona venga alterato da un meccanismo di sicurezza eccessivo che la trascina frequentemente ad una quasi totale assenza di riflessione prima di una risposta o comunque di un messaggio online.

Oppure, un alunno ha esplicitato quanto una persona, nella chat, possa sembrare vera nelle parole e risoluta, ma in realtà c’è sempre il rischio di non parlare davvero con il genere di persona che uno si aspetta o immagina.

Abbiamo visualizzato qualche video che ci ha annunciato la volontà di cambiare e di vivere la rete per la rete, quindi accessibile a tutti e per tutti e ovviamente, per una rete più sicura. 

La professoressa, al termine della condivisione delle nostre opinioni, ha condiviso le proprie considerazioni in tal contesto e ci ha ricordato, benevolmente, di ricordarci sempre che dietro lo schermo c’è sempre un’anima. L’attività di confronto si è rivelata nel complesso un’utilissima proposta di ragionamento e condivisione, fondata sulla nostra abitudinarietà in rete e collegata anche al nostro desiderio di essere il cambiamento che desidereremmo vedere nella nostra società odierna e mi ha permesso di riflettere e comprendere gli errori che ho commesso in rete. Ad esempio, io in chat mi rispecchio nel tipo di persona sicura di sé stessa e riesco a dire cose, delle quali a volte mi pento. Credo che davvero lo schermo, in qualche modo, renda più sicura una persona e, perlomeno per me, è un modo molto più rapido di esprimere il pensiero. Alcune volte non riesco proprio ad aspettare il contatto diretto con una persona, ma devo per forza sfogarmi prima. Stessa cosa è stata quando ho “subito” messaggi del genere, i quali nella modalità in cui erano stati inviati, mi avevano turbato. 

Purtroppo, la rete produce, a parer mio, una sorta di ipocrisia.

Mirko Danese, 1B Classico