Un gruppo di nove ragazzi del nostro Liceo, (Roberto Caprara e Massimo D’Elia della 5AC, Giorgia De Tommaso e Gianpalmo Spronati della 5AES, Miriana Di Vittorio e Valeria Vitiello della 5ASU, Francesca Casamassima, Greta Anello e Roberta Rizzi della 5BSU) accompagnati dalla professoressa Marcella Bianchi, ha preso parte al progetto Nazionale ‘Treno della Memoria’ che li ha visti impegnati in una esperienza all’estero per nove giorni, dal 19 al 27 Gennaio. Il progetto, che quest’anno ha dato la possibilità a più di mille studenti Pugliesi di visitare i luoghi centrali dello sterminio operato dal regime Nazista, é uno dei vari progetti attuati dalle istituzioni, con l’aiuto di diverse associazioni, nel solco di una fondamentale necessità: mantenere viva la memoria.
Citando Primo Levi é facile spiegare il senso fondamentale del Treno della Memoria: “È accaduto, quindi potrebbe accadere di nuovo”. I ragazzi che visitano questi luoghi hanno la possibilità che ognuno dovrebbe avere: osservare con i propri occhi. Sebbene sia difficile ‘comprendere’, deve essere invece fondamentale ‘apprendere’, guardare con i propri occhi quei luoghi in cui si è consumato un atroce delitto contro tutta l’umanità; studiare meglio le dinamiche e le motivazioni che hanno portato allo sterminio; costituire e accrescere la consapevolezza che l’odio sia il male, che il razzismo debba essere sempre messo al bando e combattuto con le armi del dialogo e della pace!
Visitare quei luoghi per noi ragazzi è il modo migliore per acquistare “umanità”, per renderci depositari consapevoli di una memoria utile sia per non dimenticare il passato, sia per non commettere gli stessi atroci errori nel futuro. Questa esperienza ci insegna a essere umani, ad abbattere l’indifferenza, ad uscire da quella zona grigia di chi ha permesso che accadesse tutto questo.
Un lungo percorso fatto di seminari, conferenze, dibattiti, studio dei testi, lettura delle testimonianze ed infine visita dei Campi di concentramento e sterminio della Repubblica Ceca e del campo 1 e 2 di Auschwitz in Polonia ci ha cambiato nel profondo, ravvivando in noi l’atteggiamento di condanna verso ciò che è stato e la promessa di farci carico di questa preziosa memoria al posto degli ormai estinti protagonisti diretti.
L’importanza di questa esperienza si racchiude proprio nella crescita personale di ogni ragazzo che vi ha partecipato e che ora, sicuramente, comprenderà al meglio le parole che Terenzio fa pronunciare al suo Cremete nella commedia “Il punitore di se stesso”: “Homo sum, humani nihil a me alienum puto”.
Massimo D’Elia 5A C